Le sorgenti laser per la lavorazione della lamiera
Le sorgenti laser: la sfida tra il futuro utilizzando la FIBRA e il passato, ma tuttora attuale, CO2. Il punto di vista di una azienda conto terzista.
La sorgente laser adatta al taglio di lamiere e tubi più diffusa attualmente è sicuramente quella in CO2. Negli ultimi anni ha iniziato a diffondersi anche la sorgente in FIBRA project app. Quest’ultima sarà probabilmente il futuro per le nostre aziende, ma è assolutamente troppo presto per pensare che il CO2 possa ritirarsi a pensione.
Eppure a sentire, non si parla d’altro che di Fibra, come mai?
I costruttori di impianti laser che non producono direttamente la sorgente ma la comprano, si sono sbarazzati in fretta della tecnologia in CO2. La sorgente non prodotta direttamente crea qualche problema, i cliente si trova a dover chiedere interventi a volte al produttore dell’impianto, a volte al produttore della sorgente, a volte ad entrambi contemporaneamente, con il conseguente aumento delle spese di fermi macchina e conseguenti manutenzioni. Questi sono i costruttori che sono passati immediatamente alla Fibra. Ma questo non è l’unico motivo.
E’ una tecnologia più semplice e più affidabile: questo è tutto da vedere, dato che la sua divulgazione è recente e non esiste uno storico grazie al quale si possa dare per certo quanto si dice.
I costi di esercizio sono più bassi perché il consumo di energia elettrica è inferiore e non ci sono i gas laseranti: è vero, ma sono solo due delle voci che vanno a comporre l’importo orario alla quale l’impianto dovrebbe lavorare. Poi ci sono i gas di taglio, il personale, il costo dell’impianto stesso, manutenzioni. Gas e personale sono simili tra Fibra e CO2, il costo dell’impianto invece è a favore de CO2. La corrente e i gas laseranti risparmiati saranno sufficienti per pareggiare il valore di un investimento più cospicuo?
Le velocità di taglio sono più elevate: per alcuni spessori e tipi di materie prime è vero. I spessori sono i più sottili, le materie prime sono le più pregiate, quelle tagliate in assistenza di azoto come la lamiera zincata, l’inox, l’alluminio. Quando gli spessori si alzano il CO2 è più veloce.
Ma se la macchina è velocissima a tagliare, l’automazione e l’operatore saranno altrettanto veloci a scaricare e far partire la lavorazione successiva? Oppure la macchina finito il taglio aspetterà ferma in attesa? Sono dinamiche che accadono già con i laser in CO2 di vecchia generazione, figuriamoci con quelli attuali, figuriamoci con i Fibra.
E se usassimo l’impianto senza presidio, con l’automazione che scarica per mezzo forchettoni le lamiere lavorate una sopra l’altra? Programmare con le microgiunzioni e selezionare successivamente i particolari tagliati dallo sfrido è cosa buona? L’operazione del selezionare è molto poco agevole, è molto delicata per le materie prime pregiate come l’inox. Le microgiunzioni vanno eliminate (operazione manuale), ai clienti non vanno bene.
E la qualità di taglio ? E’ tutt’ora a favore del CO2. Il tagliente formato dal raggio uscente dalla sorgente in Fibra è più insidioso rispetto al tagliente del CO2. La tipologia di materie prime tagliabili è più ampia: è vero si possono tagliare anche ottone e rame.
Ma allora quali saranno i costruttori di impianti che sapranno informare e consigliare al meglio un eventuale acquirente?
Probabilmente solo chi è in grado di vendere entrambe le soluzioni e non ha motivi commerciali per “spingere” una particolare tecnologia.
Crediamo che il laser in Fibra sia il futuro, ma per noi contoterzisti è ancora presto. Va migliorata la qualità di taglio per tutti gli spessori e per tutte le materie prime, l’affidabilità va assicurata con il passare del tempo e delle vendite, il valore d’acquisto deve ridimensionarsi.